L'accesso a contenuti educativi e l'opinione dei colleghi è parte integrante della vita professionale di un medico ed non è sorprendente che questi comportamenti si siano spostati online (Taking the Pulse 2012, Manhattan Research). Questo sta a significare che non vi è più valore nella visita dell’informatore e nei meeting sponsorizzati? Kay Wesley risponde «Certo che no. I bravi informatori instaurano forti relazioni con i medici e ciò e vantaggioso per il medico stesso e per l'azienda farmaceutica. La ragione per cui il medico ascolta l’informatore, o partecipa a meeting sponsorizzati, è dovuto al comportamento: se ci comportiamo in modo credibile, se forniamo un’informazione equilibrata, contenuti interessanti, i medici si fideranno di noi».
Le visite degli informatori e i meeting sponsorizzati rappresentano quindi un ottimo modo per coinvolgere i medici e per educarli su nuovi sviluppi o sul lancio di un nuovo farmaco. Ma per la formazione, per il confronto professionale alcuni esponenti del settore sostengono che ciò è possibile solo su portali e comunità di terze parti, in quanto la caratteristica vincente di tali piattaforme social di medici sono i contenuti non promozionali, i pareri imparziali.
Il numero di siti aziendali e di community di medici online sono in continuo sviluppo e sono destinate a convergere: cosa è più giusto fare? Costruire o sponsorizzare una community online di medici di terze parti? O entrambe le cose?
Kay Wesley riassume i pro e i contro della questione nel suo articolo Physician online communities – sponsor or build?