Pfizer ha appena annunciato l’accordo definitivo di acquisizione di Hospira, azienda leader a livello mondiale nel settore dei farmaci iniettabili, delle tecnologie di infusione e dei biosimilari.
Comprando Hospira, il gruppo farmaceutico newyorkese si assicura un notevole miglioramento della propria pipeline. L’operazione avrà un costo complessivo di 17 miliardi di dollari.
La notizia arriva solo qualche settimana dopo i rumor su una probabile acquisizione della israeliana Teva, mentre l’eco del travagliato accordo con AstraZeneca è ancora vivida. L’offerta di Pfizer ad AstraZeneca rientrava nel tentativo di ridurre il volume delle tasse.
«La proposta di acquisizione di Hospira – dichiara Ian Read, Presidente e Chief Executive Officer, Pfizer, nel comunicato stampa – dimostra il nostro impegno per la distribuzione del capitale per creare valore per gli azionisti e fornire ricavi incrementali e la crescita EPS nel breve termine».
Michael Ball – Chief Executive Officer, Hospira – aggiunge con malcelato entusiasmo che l’operazione di M&A rappresenta «un’oppurtunità unica di sfruttare la forza complementare dei nostri solidi portfolio e delle nostre ricche pipeline».
I farmaci iniettabili e i biosimilari rappresentano due settori ampi e, soprattutto, in crescita. Il valore di mercato globale dei generici iniettabili è stimato di 70 miliardi di dollari entro il 2020; mentre entro la stessa data si prevede che quello dei biosimilari raggiungerà i 20 miliardi di dollari.
Pfizer intende finanziare la transazione per due terzi con contante esistente e per il restante terzo tramite nuovo debito. Secondo le aspettative dell’azienda newyorkese, l’operazione comporterà un risparmio di 800 milioni di dollari annui fino al 2018.
L’accordo di fusione, approvato da entrambi i board delle aziende farmaceutiche, dovrebbe chiudersi nella seconda metà del 2015.