Novartis ha appena annunciato l’allargamento del proprio portfolio di immunoterapici contro il cancro, grazie all’acquisizione di Admune Therapeutics e la sigla di accordi con Palobiofarma e XOMA.
Ancora attraverso un'operazione di M&A, Novartis dimostra il proprio impegno nel settore oncologico.
Al momento quattro sono gli agenti in corso di sperimentazione clinica, mentre altri cinque saranno iniziati entro la fine del 2016. In questo modo, Novartis ha costruito in modo rapido un portfolio solido, focalizzato sulla stimolazione del sistema immunitario per combattere il cancro, nel quale sono inclusi: nuovi inibitori del checkpoint, la tecnologia CART (Chimeric Antigen Receptor T-cell, tecnologia diretta contro gli antigeni dei recettori delle cellule T), agenti diretti contro le cellule mieloidi e agonisti STING.
Il programma mirato contro le cellule mieloidi (MCS-110) e gli inibitori del checkpoint mirati a PD-1 (PDR001), LAG-3 (LAG525) sono nella fase 1 della sperimentazione; mentre il programma CART (CTL019) è in fase 2. Si aspetta, invece, che il programma anti-TIM-3(MGB453) entri la clinica entro la fine del 2015. Infine, l’antagonista STING (MIW815) – grazie alla collaborazione con Aduro Biotech – e l’agonista GITR avanzano verso la sperimentazione first-in-human nel 2016.
L’acquisizione di Admune aggiunge anche un programma dell’agonista di IL-15 in fase 1 per il cancro metastatico. L’accordo con Palobiofarma, invece, conferisce a Novatis i diritti di sviluppo e commercializzazione del PBF-509, un antagonista del recettore dell’adenosina, attualmente in fase 1 di sperimentazione clinica per il cancro del polmone non a piccole cellule.
Attraverso l’accordo con XOMA, infine, Novartis acquisisce i diritti di sviluppo e commercializzazione del programma dell’anticorpo TGF-beta di XOMA.
I tre programmi saranno investigati sia come monoterapie, che in combinazione con altri agenti del portfolio immuno-oncologico e con la terapia mirata di Novartis
Mark Fishman, Presidente dell’Istituto per la Ricerca Bio-Medica di Novartis, si dimostra entusiasta degli accordi siglati dalla multinazionale svizzera, in quanto spianano la strada alla ricerca immunoterapica.
«La prima ondata di terapie immune-oncologiche ha dimostrato l’impatto che tale approccio può avere nel trattamento di certi tipi di tumori» ha dichiarato Fishman. «Per realizzare il suo completo potenziale è necessario indagare il complesso sistema dei percorsi biologici nel microambiente del tumore, con agenti capaci di stimolare il sistema immunitario ad attaccare una più ampia varietà di tumori».
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