L’evento, articolato in cinque giornate, ha visto coinvolti mille delegati provenienti da cento paesi circa.
Ad aver preso parte alla discussione, è stato anche Lorenzo Leogrande, Presidente dell’AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici).
Leogrande si è interrogato sulle possibilità dell’HTAi di costruire le sue attuali sfide intorno a una tematica tipica dell’epoca odierna, e cioè l’impatto ambientale.
Il richiamo a norme e provvedimenti è stato inevitabile per mettere in luce il forte legame tra tecnologie sanitarie e environment.
Leogrande ha citato il Green Public Procurement (GPP) - processo volontario lanciato dall’UE nel 2008 agli stati membri per definire l’acquisizione di beni e servizi a basso impatto ambientale nel loro intero ciclo di vita – e sul piano internazionale l’ECRI Institute, che da anni stabilisce linee guida che disciplinano il rapporto tra tecnologie sanitarie e environment.
Inevitabilmente ha, poi, citato Assobiomedica, associazione che in Confindustria si occupa di medical device nel pieno rispetto dell’ambiente e della responsabilità sociale.
Il Presidente dell’AIIC ha proseguito il suo discorso con una serie di esempi pratici, utili in termini di riduzione dei danni arrecati all’ambiente nella pratica quotidiana, a livello sanitario: ha fatto riferimento al fenomeno dell’incontinenza urinaria e della grande mole di rifiuti legata a questo fenomeno in aumento, al recupero dei fluidi in sala operatoria e infine di come, in radiologia, la digitalizzazione dei sistemi di reportistica comporterebbe vantaggi dal punto di vista ambientale.
Leogrande termina il suo intervento sostenendo che se fino ad oggi gli aspetti economico, legale, organizzativo, etico, e di efficacia di una tecnologia sanitaria hanno rappresentato i paradigmi per gli specialisti dell’Health Technology Assessment, oggi più che mai se ne aggiunge uno che non può più aspettare per essere considerato: l’impatto sull’ambiente.