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Airalzh, annunciati nuovi investimenti per la ricerca sull'Alzheimer

Scritto da Diego Pascarella | 29/01/20 10.33

Airzhal Onlus, l'unica associazione che promuove e sostiene - a livello nazionale - la ricerca medico-scientifica sulla malattia dell’Alzheimer e altre forme di demenza attraverso opere di sensibilizzazione e raccolta fondi, ha stanziato un nuovo bando indipendente del valore di 300 mila euro grazie alle donazioni private per progetti d'eccellenza di giovani ricercatori.

Sono stati presentati ieri al Ministero della Salute i risultati ottenuti negli ultimi tre anni dai ricercatori della rete Airalzh Onlus, Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, grazie al contributo di 75 assegni di ricerca annuali da parte di Coop, importante insegna della grande distribuzione in Italia e al tempo stesso organizzazione di consumatori con oltre 6 milioni e mezzo di soci.

I progetti di ricerca si sono concentrati su due diverse linee di ricerca: da una parte ricerche di base per individuare i meccanismi patogenetici, dall’altra ricerche cliniche per individuare fattori di rischio e strumenti per la diagnosi precoce. L’investimento ha prodotto 110 pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali. Alcuni lavori sono in corso di pubblicazione mentre diversi studi verranno sottoposti alle riviste nel prossimo futuro.

“Un recente studio Europeo ha dimostrato che un trattamento in grado di ritardare la progressione della malattia del 50% porterebbe ad una forte riduzione di pazienti in stadi avanzati della malattia – afferma Monica Di Luca, Vice Presidente Airalzh e Presidente di European Brain Council. “Ciò comporterebbe un aumento della qualità di vita dei pazienti ed un aumento degli anni di vita senza disabilità (QALY) pari a 1,75 anni per paziente. Nel complesso, si stima che un simile trattamento riduca i costi totali dell'assistenza da 22.000€ a 12.406€ a persona.”

I progetti

Tra i progetti presentati nel corso della conferenza stampa, tre hanno prodotto risultati interessanti nell’ambito della diagnosi precoce, dell’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, dello stile di vita e della prevenzione.

Giorgio Fumagalli - ricercatore Airalzh presso il Policlinico di Milano - ha illustrato il suo progetto di studio dei solchi cerebrali per migliorare la diagnosi tra le diverse forme di demenza. In particolare, valutando l’atrofia cerebrale alla risonanza magnetica mediante scale visive e con programmi automatizzati, è stato possibile identificare un pattern tipico per ciascuna mutazione genetica della demenza frontotemporale e distinguere tra malattia di Alzheimer e Atrofia corticale posteriore (una forma di demenza con disturbi visivi).

Sul fronte della prevenzione, Manuela Leri – ricercatrice presso l’Università degli Studi di Firenze – ha studiato gli effetti dei polifenoli presenti nell’Olio Extra vergine d’Oliva su alcune delle alterazioni che caratterizzano la patologia di Alzheimer, confermando un effetto diretto anti-infiammatorio dei polifenoli sulle cellule e la loro capacità di ridurre la formazione di placche amiloidi, recuperando la funzionalità dei neuroni. Tali risultati offriranno spunti sia ai fini della progettazione di farmaci efficaci nella prevenzione e nella terapia di Alzheimer oltre che avviare trial clinici.

Per quanto riguarda l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, Silvia Pelucchi - ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano - ha scoperto una proteina (CAP2) responsabile della modificazione strutturale dei nostri neuroni durante i processi di memoria e apprendimento, gli stessi che vengono alterati nella malattia di Alzheimer. Questo studio permette di identificare un bersaglio farmacologico decisamente innovativo e fuori dagli schemi classici che possa intervenire nelle fasi più precoci di malattia caratterizzati da una disfunzione dei contatti tra le cellule nervose.

“Siamo particolarmente orgogliosi del percorso fatto in questi pochi anni – racconta Sandro Sorbi, Presidente Onorario di Airalzh, Università degli Studi di Firenze - Prima della nascita di Airalzh, nel 2014, l’Italia era l’unico Paese occidentale che non raccoglieva fondi per la ricerca sull’Alzheimer in analogia con quanto invece avveniva per altre patologie, chi voleva fare una donazione per curare questa malattia si rivolgeva ad associazioni di altri Paesi."

“Nonostante la patologia sia stata descritta per la prima volta nel 1906 – racconta Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica presso Università di Brescia - “la scoperta della formazione della proteina amiloide, riconosciuta come uno dei principali responsabili della malattia, è avvenuta soltanto nel 1984, poco più di 30 anni fa. La ricerca sull'Alzheimer è quindi relativamente recente e ha ancora tanta strada da percorrere sia sul fronte dello studio che per la necessità di aumentare i finanziamenti per la ricerca.”

Grande contributo nella ricerca ha avuto Coop,insegna leader della distribuzione italiana: “E’ stato grazie al sostegno di una grande insegna come Coop che ha creduto fin dall’inizio nella ricerca – continua Sorbi - che Airalzh ha potuto creare una rete di giovani ricercatori distribuita nel territorio italiano e così far crescere una nuova generazione di giovani ricercatori che si è dedicata alla ricerca sulla patologia di Alzheimer. Senza dimenticare l’attività di sensibilizzazione per far conoscere la malattia e dare a tutti la possibilità di contribuire economicamente alla ricerca italiana sull’Alzheimer. Terapie, diagnosi precoce, medicina digitale, biomarcatori: sono questi i temi su cui AIRALZH promette di continuare a concentrare in futuro la propria attenzione convinta che - con il contributo di tutti – sarà possibile promuovere sempre più la Ricerca in Italia sulla Malattia di Alzheimer. “Per il 2020 - rilancia Alessandra Mocali, Presidente Airalzh, dell’Università degli Studi di Firenze - verrà indetto un bando aperto indipendente per cui Airalzh ha stanziato un budget di 300mila euro volto a finanziare progetti di eccellenza - finanziabili fino ad un massimo di 50 mila euro – per proseguire la ricerca sull’Alzheimer in centri di ricerca, pubblici o privati, situati in Italia”. Il bando si rivolge ancora a giovani proponenti, e intende dare un contributo allo sviluppo di progetti inerenti a “Stili di vita e malattia di Alzheimer” e a “Fasi precoci di malattia: individuazione di marcatori diagnostici, possibili target farmacologici e di nuovi approcci tecnologici”.

Coop ha annunciato la volontà di proseguire la collaborazione con Airalzh con ulteriori 7 assegni di ricerca per giovani ricercatori individuati secondo criteri di merito sulla base del numero e livello delle pubblicazioni e attinenza delle stesse agli obiettivi del progetto di rete. Il valore complessivo totale erogato da Coop per la ricerca raggiunge quindi circa 2 milioni di euro. “Abbiamo sottoscritto l’importante partnership con Airalzh poiché siamo convinti che questa grave patologia vada sostenuta privilegiando la ricerca e dando così sostegno a progetti di studio di giovani ricercatori”, ha affermato il Presidente di ANCC Coop, Luca Bernareggi.