Spesso alcune malattie, come il cancro ovarico, vengono trascurate, la causa può essere ricondotta alla scarsa informazione. Proprio per questo, la tendenza più attuale è avviare campagne di sensibilizzazione per trattare tematiche delicate, con l’obiettivo di coinvolgere un numero sempre crescente di persone, invitandole, così, a informarsi.
Avviare una campagna di sensibilizzazione, però, significa anche mettere in atto un cambiamento: è proprio questo l’obiettivo che si sono proposti Intouch e GSK Oncology con #OvaryAct: una campagna dedicata al cancro alle ovaie.
Oggi, per avviare una campagna di sensibilizzazione efficacie si può (si legga “si deve”) sfruttare la potenza delle nuove tendenze della digitalizzazione, poiché quest’ultima appartiene al nostro vissuto quotidiano, quanto (per alcuni di più) guardare la TV. Di fatto, i social media, stanno sostituendo la “voce” delle persone. Oltre a ogni giudizio morale, è evidente che la differenza la faccia chi riesce a sfruttare questi canali a proprio vantaggio.
GSK Oncology ha lavorato molto per entrare in contatto con le donne colpite dal cancro ovarico, ascoltando le loro esperienze. Ma durante l'ascolto delle esperienze, è stato chiaro che erano presenti molti luoghi comuni associati alla diagnosi del cancro ovarico; luoghi comuni che si sono presi la vita di molte donne, perché hanno impedito loro di scoprire per tempo la presenza della malattia.
Raccontarsi, raccontare, storie reali crea connessioni, è per questo che la campagna di sensibilizzazione #OvaryAct è partita dai racconti reali, con l’obiettivo di far “RUMORE”, dando voce alle donne di tutte le età ed etnie, in modo da diffondere il più possibile le loro vere esperienze.
Intouch e GSK Oncology hanno deciso di sviluppare una campagna di sensibilizzazione unbrandend, utilizzando esclusivamente la voce delle donne, con il fine di comunicare non delle generiche informazione statistiche, ma un vero e proprio messaggio di positività e consapevolezza, per offrire sostegno al numero crescente di donne colpite dal cancro alle ovaie.
La chiave dell’innovazione è stata scegliere come canale di diffusione i social media, in quanto la community delle donne che ha dato voce con i propri racconti alla campagna è attiva sui social. Il risultato è stato un’immagine multietnica, creativa e solidale.
Raccontare storie reali sui social media ha dato modo a molte donne di rispecchiarsi e riconoscersi nelle testimonianze e questo ha generato connessione ed, inevitabilmente, milioni di share.
#OvaryAct è stata una campagna rivoluzionaria, perché per la prima volta un’azienda farmaceutica ha dato inizio ad una partnership promozionale con GHIPY, la piattaforma dove gli utenti possono personalizzare i propri contenuti o utilizzare contenuti degli altri sotto forma di immagini, GIF e animazioni. Questo ha dato modo agli utenti di prendere GIF, stickers e altri contenuti grafici e condividerli con la propria rete
tramite Whatsapp, Instagram stories, TikTok e altri social.
Il risultato di questa incredibile campagna di sensibilizzazione è stato che molte associazioni dedicate al cancro ovarico, così come le donne che erano già state colpite da questa malattia, hanno contribuito a diffondere i messaggi lanciati dalla campagna senza nemmeno che gli venisse chiesto di farlo. In sostanza, dai social è nato il movimento #OvaryAct, il cui successo – probabilmente – dipende dal potere delle GIF e della comunicazione diretta e autentica.