Colore, luci, immagini che si rincorrono sulle pareti: la presentazione del volume su Raffaello è stato un vero e proprio evento di video-arte ospitato in uno dei capolavori sconosciuti del patrimonio architettonico fiorentino.
“Con la pubblicazione annuale delle monografie d'arte, per quasi settant'anni Menarini ha avuto la capacità, ma soprattutto la costanza e l’intelligenza, di portare avanti molteplici messaggi: far conoscere i maestri italiani, salvaguardare il patrimonio artistico nazionale e farne apprezzare la singolare eccezionalità - spiega Giovanni Carlo Federico Villa, docente di Storia dell'arte moderna all'Università degli Studi di Bergamo e direttore di Palazzo Madama a Torino - Questi volumi raccontano a un pubblico di non addetti ai lavori la grande arte toscana, romana e veneta, del Rinascimento e non solo, facendone scoprire, anno dopo anno, protagonisti noti e meno conosciuti. Le monografie hanno così spaziato da Beato Angelico, Antonello da Messina, Michelangelo e Caravaggio ai Lorenzetti, Benozzo Gozzoli e Pollaiolo. E questo - prosegue Villa - ha permesso anche agli storici dell'arte di raccontarli, non attraverso saggi specialistici o con un linguaggio rivolto ai colleghi, ma con una narrazione attraente e comprensibile da tutti”.
Avvicinare all'arte italiana è una sfida che Menarini porta avanti anche attraverso le Menarini Pills of Art, pillole video pensate per far conoscere in tutto il mondo le curiosità legate alle opere di artisti rinascimentali: ne sono state pubblicate quasi 600, divise in 8 lingue, con 28 milioni di visualizzazioni. L’ultima, appena pubblicata, racconta gli aneddoti dell’opera di Raffaello “Guido Baldo da Montefeltro”.
“Firenze, culla del Rinascimento e sede della nostra casa madre, ha accolto negli anni i più grandi artisti di sempre, tra cui Raffaello – hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini - A poco più di 500 anni dalla sua morte, Menarini ha voluto celebrare questo grande artista e tutti i pittori rinascimentali protagonisti della storica collana d’arte del Gruppo inaugurata più di mezzo secolo fa”.
Curata da Cristina Acidini, già soprintendente dei musei d’arte di Firenze ed oggi presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, la monografia collega vita e opere mettendo in rilievo l’evoluzione dell’aspetto umano e artistico di Raffaello. E punta l’attenzione su un aspetto biografico meno noto, che ne fa capire l’attualità, ovvero il suo impegno per la tutela dei monumenti antichi, un concetto che, nei secoli successivi, farà tanta strada e sarà all’origine della moderna tutela delle belle arti.
“All’epoca – spiega Acidini - si stava spogliando quanto restava dell’Antica Roma: si fondevano bronzi, si smontavano templi per riutilizzare in modo spregiudicato i pezzi. Raffaello è la prima voce autorevole a ergersi contro il dissennato sfregio delle rovine romane. Si rende conto del danno che si sta facendo e, nel 1518, scrive a papa Leone X chiedendo di fermare quello scempio. Il papa lo capisce e lo nomina “Prefetto dell’antichità”, una sorta di soprintendente, il primo nella storia a ricevere questo incarico”.
Un ruolo, quello di Raffaello, che sottolinea la necessità di tutelare, proteggere e conservare le tracce del passato. Rispettare l’arte e favorire il più possibile la sua divulgazione è anche una delle mission di Menarini. Quella tra il Gruppo e l’arte, infatti, è una lunga tradizione che continua nel tempo e si rinnova.
Il Gruppo Menarini e l’Arte
Era il 1956 quando Menarini pubblicò il suo primo volume d’arte dal titolo “Il Testimone d’Egitto”. “E’ stupefacente – spiega Giovanni Carlo Federico Villa, autore di diversi volumi della collana, tra cui quelli su Tiepolo, Tintoretto e Lorenzo Lotto – che questa volontà di divulgare e sensibilizzare verso il nostro patrimonio artistico abbia mantenuto continuità nel tempo, intessendo un dialogo che dura da quasi a sette decadi. Questo progetto, corredato da un apparato iconografico di altissimo livello, in tanti decenni ha anche coinvolto grandi storici dell'arte e accademici, consentendo loro di farsi conoscere da un pubblico di non esperti, da Pierluigi De Vecchi ad Antonio Natali, Vittoria Garibaldi, Chiara Frugoni”. Si tratta, inoltre, di libri 'dalla doppia vita': per un anno distribuiti solo da Menarini e poi, allo scadere di questo, ristampati dalla casa editrice e immessi nel circuito librario".
Per sensibilizzare all’arte, ancora prima delle Pills of Art (www.menarini.com/en-us/news/menarini-pills-of-art) e rivolta a un altro tipo di pubblico, è nata, nel 1977, anche Minuti Menarini. La rivista, a cura della Fondazione Internazionale Menarini, racconta ogni mese i protagonisti dell'arte, in questo caso non solo italiana ma mondiale, a una comunità che conta oggi circa 115 mila medici italiani e operatori sanitari.