Circa 30 milioni di persone nel mondo sono affette da Malattie Rare.
Uno dei fattori che affligge maggiormente il paziente raro è sentirsi solo. Per questo, i pazienti iniziano la propria ricerca online, dove scoprono che altre persone soffrono della stessa patologia . Attraverso l'utilizzo di parole chiave, identificando sintomi e schemi comportamentali, i pazienti - però - rivelano anche indizi e dettagli sulle malattie rare. Per il digital marketing, tali indizi si rivelano fondamentali, in quanto individuano un target, che attraverso adeguati strumenti di digital marketing può essere incanalato con successo nel marketing funnel.
Raggiungere il maggior numero di persone appartenenti al proprio target è uno degli obiettivi più ambiziosi del marketing. Va da sé che, quando si tratta di malattie rare, cercare di "allargare" quanto più possibile il bacino di riferimento è, quanto mai, di primaria importanza.
Di seguito, alcune strategie di digital marketing che risultano particolarmente adatte nell'ambito delle malattie rare:
Ogni paziente, soprattutto nella prima fase, va in cerca di materiale formativo sulla propria patologia per familiarizzare con quest'ultima; il paziente raro, proprio a causa della rarità della propria patologia, sente ancora di più l'esigenza di trovare materiale informativo sulla propria malattia.
Progettare contenuti che diano risposte chiare ai malati in cerca di informazioni risulta, quindi, una strategia vincente. La creazione di un sito web di patologia, ad esempio, consente di spingere gli utenti realmente interessati nel funnel. Inoltre, definire dettagliatamente i sintomi, aggiungere consigli e domande frequenti, condividere video-testimonianze può essere di grande aiuto sia per medici che per pazienti.
Molto spesso le persone non riescono a condividere informazioni private e imbarazzanti con il proprio medico. Al contrario, è sui motori di ricerca che i pazienti rivelano i sintomi più intimi. I marketers definiscono tali comportamenti impulsivi micromomenti. Così facendo, il paziente descrive sui motori di ricerca i propri bisogni. I marketers possono riuscire ad anticipare tali bisogni attraverso il digital marketing, abilitando una ricerca geo-localizzata delle farmacie e targetizzando gli annunci pubblicitari inerenti ai vari sintomi.
Alcuni social media, come ad esempio DottNet, permettono di promuovere annunci pubblicitari su un pubblico altamente definito e di customizzare il target in base ad elementi determinati, come geolocalizzazione, specializzazione, interesse terapeutico, ecc. DottNet, inoltre, consente ai medici di condividere informazioni e opinioni su farmaci e nuove terapie.
A volte gli utenti dei motori di ricerca non utilizzano il linguaggio scientifico per ricercare e descrivere i propri sintomi, ma ricorrono al dialetto o addirittura ad espressioni che potrebbero sembrare volgari. Proprio per questo, la scelta delle keyword deve essere dettagliata e tenere anche conto delle espressioni dei non addetti ai lavori. Quasi bisogna immedesimarsi nello stato psicologico del paziente che sta cercando i propri sintomi su Google.
I digital marketers più avventurosi possono fare ricorso all'intelligenza artificiale, grazie alla quale riescono mettere insieme le esperienze di pazienti, altrimenti difficilmente accomunabili. Tale istanza, ovviamente, risulta molto utile nel caso delle malattie rare, proprio perché la scarsità dei pazienti non consente di aggregare molti dati e di fare previsioni sulle caratteristiche dei pazienti e sull'esito dei trattamenti.
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