Il rapporto tra paziente e medico è molto delicato. Ci sono dei sentimenti, delle emozioni e dei valori che legano le due parti in modo molto particolare. Il medico eroga un servizio molto particolare e delicato verso il paziente che può avere patologie semplici o complesse. È il paziente che sceglie il proprio medico e la scelta si basa su testimonianze, su referenze acquisite da altri paziente, o sul semplice tam tam.
Il rapporto medico-paziente è molto diretto, franco e schietto, pieno di rispetto, ma anche di diffidenza reciproca, sebbene estremamente professionale tale da risultare spesso distante dal paziente stesso (o essere percepito come tale). Talvolta si sottovaluta il rapporto relazionale in funzione della situazione e l’impatto delle emozioni con il paziente tanto nelle patologie semplici che in quelle complesse.
Il medico, agli occhi del paziente, è colui che lo salva, ha il “pollice della guarigione”, ma non solo è colui che attraverso un racconto, delle sensazione o delle manifestazione di dolore deve prendere in considerazione i passi successivi, gli approfondimenti e le analisi da fare.
Il medico deve essere un grande comunicatore e deve fare ricorso alla comunicazione, non solo diretta, ma anche efficace ed efficiente, deve possedere ottime capacità nella relazione interpersonale, deve risultare empatico, ma anche fortemente rassicurante. I pazienti rappresentano un pubblico molto vasto con diversi livelli di comprensione del linguaggio tecnico che hanno ripercussioni sulla salute.
Il medico dal punto di vista comunicazionale deve avere una molteplicità di competenze, umane, tecniche e interpersonali.
Spesso un medico tiene gli occhi bassi quando comunica una situazione delicata al paziente, tuttavia proprio questo atteggiamento se da un certo punto di vista indica riservatezza e imbarazzo, dall’altro uno sguardo basso dà la sensazione alla persona di non essere ascoltata.
Non è da sottovalutare la comunicazione non verbale, la postura, la mimica facciale, il tono della voce che deve suggerire tranquillità, oppure la gestualità nei micro e nei macromovimenti.
Il rapporto medico paziente si basa sulla fiducia, il paziente mette nelle mani del medico la sua vita e non può essere oggetto di superficialità o di approssimazione. Spesso capita di non sentirsi compresi dal medico o sufficientemente ascoltati per quanto si sta confidando; tuttavia, l’assenza di comprensione si basa sulla mancanza di un ascolto attivo e di spiegazioni chiare. Infatti il linguaggio del medico deve essere in linea con i livelli di comprensione del paziente.
Il paziente spesso non ha la conoscenza tecnica di innumerevoli significati e dinamiche funzionali legati al funzionamento del corpo umano: la fiducia e l’ascolto sono fondamentali per comprendere il messaggio del medico nel modo corretto. Il medico ha a che fare con le ansie e le paure dei paziente, dove vi è insicurezza deve rispondere ai differenti atteggiamenti di volta in volta diversi, rassicurando, spiegando in modo analitico rispiegando anche se era già stato chiaro. Spesso capita che alcune persone siano impazienti, lagnose e prive della capacità di dominare i propri istinti di ribellione che spesso non sono altro che situazioni che nascondono paura e angosce.
Il medico deve avere una comunicazione orientata alla pazienza e la gestione della comunicazione non deve essere frettolosa, ma in funzione del tempo necessario per dare il messaggio, ascoltarlo e rielaborarlo con la risposta considerando gli elementi impliciti ed espliciti della comunicazione stessa.
Il medico comunicando in modo chiaro, corretto e soprattutto con professionalità ha la possibilità di superare tutte le barriere che si potrebbero creare. Infatti, il paziente spesso si sente a disagio a dover affrontare delle patologie, in particolare, quando riguardano la sfera personale. Ad ogni disturbo il medico tendenzialmente ha un approccio indagatore, che spesso è di ostacolo, perché il paziente tenderà a nascondersi, ma altre volte capita esattamente l’opposto e vi è un senso di liberazione nel racconto e nella descrizione di ciò che sente da se stesso.
Altro aspetto da non trascurare è la prescrizione e l’indicazione relativamente alla somministrazione dei farmaci. Stupisce sempre vedere come il medico immediatamente a ogni problema sia in grado di indicare subito il miglior farmaco di riferimento: ma quante volte il paziente è incerto su come dovrà dosare il farmaco o seguire le corrette indicazione di somministrazione in relazione alla patologia. Anche qui si chiede e si richiede più volte per non sbagliare. Si comprende che il medico a fronte delle grandi questioni legate alla vita si senta sminuito nel ruolo a ripetere più volte le stesse cose, considerando che sebbene la sua comunicazione sia stata chiara, questo rientra nella capacità di gestire la comunicazione con il paziente e le sue ansie e le sue paure.
Dal medico, il suo silenzio è un vuoto di imbarazzo, paura, ansie che si elevano e sono fonte di percolo imminente e di grandi timori. Per superare questo spesso nelle sale di attesa vi è la diffusione di musica, video/trailers informativi che distraggono dai pensieri di paura e gli stessi ambienti sono curati nei colori e nello stile.
In conclusione la comunicazione del medico è molto importante, deve essere discreta, rassicurante con i vocaboli positivi che infondono speranza. Dal punto di vista non verbale deve essere una gestualità rassicurante, un tono di voce caldo, attento e di grande attenzione con lo sguardo che deve far sentire ogni paziente unico e vittorioso verso il superamento degli ostacoli della vita legati alla salute e al suo benessere.