La politica di valorizzazione dei talenti, la gestione delle performance, i piani di carriera e successione, sono i fattori che hanno portato la nota azienda a conseguire per la terza volta il riconoscimento.
L’assegnazione della certificazione segue un iter basato su 600 best practice e viene applicato ad aziende provenienti da tutto il mondo, sono 1500 quelle valutate, 118 invece i paesi di provenienza.
“Da diversi anni lavoriamo per far sì che la nostra azienda sia sempre più a misura di dipendente. È proprio in quest’ottica che abbiamo implementato lo “Smart Working”: un approccio al lavoro basato su flessibilità oraria, maggiore autonomia, responsabilizzazione sui risultati, collaborazione e in generale centralità nel proprio percorso di sviluppo” ha dichiarato Francesco Luchi, Country HR Head Merck Italia. “Senza dimenticare che lavorare Smart significa anche incentivare un corretto equilibrio tra lavoro e vita privata”.
Antonio Messina, a capo del business biofarmaceutico di Merck in Italia, ha invece dichiarato: “Per fare una reale differenza nella vita delle persone, e realizzare così la nostra mission, occorre una cultura aziendale rivolta al futuro e un ambiente di lavoro positivo e ingaggiante, che riconosca e valorizzi le capacità ed il contributo di tutti i dipendenti. La certificazione Top Employers, della quale siamo estremamente orgogliosi, non è solo un riconoscimento a quello che abbiamo realizzato ma anche e soprattutto un incentivo a proseguire su questa strada”.
A consolidare il meritato successo, il posizionamento di Merck tra le prime 20 Top Employers Europee e il riconoscimento Top Employer Global 2019, privilegio riconosciuto esclusivamente a 14 aziende di tutto il mondo.