"La silver economy e le sue conseguenze nella società post COVID-19"

L'istituto di ricerca Censis, in collaborazione con Tendercapital, ha presentato sul Canale Youtube Ital TV l'Osservatorio dal titolo "La silver economy e le sue conseguenze nella società post COVID-19".

Tale ricerca evidenzia quelle che sono state le conseguenze della pandemia per le persone più longeve, over 65 anni, se si è creato un divario tra giovani e anziani e il modo in cui questi ultimi hanno reagito durante l’emergenza sociale, economica e sanitaria.

Altro fine dell'indagine è stabilire se la silver economy rappresenti ancora una risorsa per la società dopo la crisi generata dalla diffusione del Coronavirus e i tre mesi di lockdown.

I più anziani sono i veri e propri protagonisti della ricerca: dal Rapporto, infatti, emerge che i longevi sono il motore della vita collettiva, soggetto attivo ed economicamente forte della silver economy, vale a dire di redditi, patrimoni, consumi, stili di vita e valori. Ma il dato che sorprende è l'ottimismo di questi ultimi nella fase post-Covid-19: il 32,8% si dice ottimista, contro il 10,4% dei millennial e il 18,1% degli adulti. Analogamente, i longevi sono anche i più positivi sulle chance di ripresa dell’Italia (20,9%), mentre crolla in questo caso la fiducia dei millennial (4,9%).

Dai risultati è possibile osservare che la pandemia ha creato una sorta di spaccatura intergenerazionale e un rancore: da una parte gli over 65, dall’altra i giovani. Molti giovani, infatti, vedono il longevo come privilegiato dissipatore di risorse pubbliche. Ben 5 giovani su 10 in emergenza vogliono penalizzare gli anziani nell’accesso alle cure e nella competizione sulle risorse pubbliche. Più precisamente, il 49,3% dei millennial (il 39,2% nel totale della popolazione) ritiene che nell’emergenza sia giusto che i giovani siano curati prima degli anziani; inoltre il 35% dei giovani (il 26,9% nel totale della popolazione) è convinto che sia troppa la spesa pubblica per gli anziani, dalle pensioni alla salute, a danno dei giovani.

Anche da un punto di vista economico la pandemia ha coinvolto meno gli anziani: il 90,7% nel lockdown ha continuato a percepire gli stessi redditi, di contro troviamo i millennial con il 44,5% e gli adulti al 45%. Nonostante ciò per gli anziani sono aumentati i costi sociali e molti sono stati costretti a rinunciare alle abitudini quotidiane, agli incontri con amici e familiari (74,6%), ad andare dal parrucchiere, barbiere, estetista (50,7%), a fare passeggiate in centro o nei parchi urbani (46,8%), a partecipare a riti e cerimonie religiose (41,3%), viaggiare (38,3%), fare gite fuori porta (27,9%), andare al cinema, teatro, concerti (26,7%).

Inoltre, gli anziani sono stati protagonisti anche della drammatica vicenda delle Residenze sanitarie, con strutture divenute veri e propri focolai di contagio da virus. Da una indagine ISS (dati al 5 maggio 2020) sul settore e a cui ha risposto il 40% dell’universo di riferimento, si sono verificati 9.154 decessi, di cui il 41,2% con ospiti risultati positivi a Covid-19 o affetti da sintomi influenzali ad esso presumibilmente ascrivibili. Una tragedia annunciata visto che ben il 66,9% degli intervistati dice che era noto che molte strutture non garantivano agli ospiti adeguati standard di sicurezza e qualità della vita. 

Il virus non ha colpito solo gli anziani

Ma il Covid-19 non ha colpito solo gli anziani e i dati che emergono a livello geografico lo dimostrano. Infatti, nelle province con i più alti tassi di contagio l’incidenza degli anziani è contenuta, come accade a Cremona (1° per tasso di contagio, ma al 45° posto della graduatoria per anzianità) e Piacenza (rispettivamente al 2° e al 36° posto). Al contempo, la provincia di Savona (1° per anzianità) si colloca al 30° posto nella graduatoria per contagio, così come Biella (2° nella graduatoria per anzianità e 28° in quella per contagio). Il Rapporto, quindi, sembra smentire la relazione tra l’alta presenza di anziani e l’alta incidenza dei contagi.

Per Moreno Zani, Presidente di Tendercapital, il Rapporto ci offre un quadro completamente modificato rispetto alla situazione precedente al Covid-19, in cui emerge che i giovani hanno un certo rancore nei confronti degli anziani. Particolarmente significativi due dati: uno riguardante i consumi dei soggetti più anziani e l’altro relativo alla ridefinizione delle politiche pubbliche in campo sanitario. In questo senso, ci auguriamo che il Rapporto presentato oggi possa dare un contributo positivo al decisore politico che dovrà adottare scelte più rispondenti alle nuove esigenze emerse a seguito della pandemia”.

Secondo Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, “il Rapporto evidenzia una ferita tra generazioni; la sfida è tuttavia quella di leggerla alla luce di un ciclo di lungo periodo, tenendo conto che prima del contagio gli anziani erano più predisposti a cedere parte del loro reddito ai figli o ai nipoti, mentre il quadro che sembra ora emergere è quello di un atteggiamento di maggiore controllo da parte dei primi volto a riprendere padronanza della propria capacità finanziaria”.

Pier Paolo Baretta, Sottosegretario al Ministero dell’Economia, ha sottolineato che “le politiche pubbliche devono tener conto dell’alto numero di persone anziane che hanno una notevole capacità di spesa, oltre che un ruolo sociale considerevole nei confronti dei giovani. Occorre, però, rimarginare la rottura generazionale che sembra emergere dal Rapporto, attraverso politiche che da un lato favoriscano l’occupazione e, dall’altro, contribuiscano a sviluppare un nuovo modello di welfare orientato alla tutela della salute”.

Secondo Alberto Bagnai, Presidente della Commissione Finanze del Senato, “il Rapporto mette in luce un quadro che i media hanno già evidenziato, ovvero quello di un antagonismo tra generazioni. Si tratta, tuttavia, di una narrativa che si presta ad alimentare una competizione tra giovani e anziani. Non è altro che un neo-rancore indotto dal racconto falsato e da una gestione sbagliata della crisi, un conflitto da esecrare poiché i problemi della società vanno affrontati in modo organico”.

La presentazione è visibile al seguente link

https://www.youtube.com/watch?v=T3AP6eUyEU0