Come cambia la formazione tra digitale e eventi in presenza

La Pandemia da COVID-19 è stato sinonimo di cambiamento per la formazione medica. I corsi in presenza hanno dovuto, per forza di cosa, lasciare spazio al digitale. Un percorso (fin troppo) breve, inaspettato e non semplice. Ma dopo circa un anno qualcosa è cambiato.

Un evento digitale per dibattere di quest'anno di eventi digitali: è stata questa la tematica del convegno online "Un anno di eventi digitali: luci ed ombre" organizzato da ECM Quality Network in collaborazione con Merqurio. Un viaggio tra le opinioni e le idee di chi negli ultimi mesi si è dovuto adeguare, anche con buoni risultati, a questo nuovo modo di fare informazione, comunicazione scientifica e confronto tra i professionisti della salute.

A dirigere il tutto è stata Susanna Priore, Presidente ECM Quality Network che ha detto di sentirsi "davanti ad una svolta. Perché bisogna capire quali sono i cambiamenti da apportare e le necessità di cui non possiamo più a meno". Per la Priore è necessario "valutare se è il caso di costruire un nuovo linguaggio di comunicazione con un nuovo paradigma relazionale poiché la conoscenza della multicanalità non può prescindere da un arricchimento del nostro linguaggio".

In uno scenario del tutto in movimento ed incerto, però, Priore ha una certezza: "Il digitale resterà". Perciò, occorre adesso pensare e progettare eventi che garantiscano il coinvolgimento degli addetti ai lavori con metodologie didattiche idonee.

Protagonista del convegno è stato anche un sondaggio, rivolto a medici, manager e provider, avviato da Merqurio. Rosanna Paoli, Senior Account dell’azienda, ha evidenziato che in linea di massima i medici sono favorevoli agli eventi registrati in differita da utilizzare nei week end e tra le 18 e le 20, al contrario di manager (dalle 18 alle 20 ma nei giorni feriali) e provider tra le 15 e le 20, anche loro lontano dal fine settimana. Interessante anche la preferenza sulla durata: i medici hanno di gran lunga gradito più micro eventi piuttosto che un singolo corso ma molto più lungo.

 
Tuttavia, in linea di massima, ai camici bianchi il digitale piace: analizzando la formazione erogata nel 2020, i medici sono per il 40% molto soddisfatti rispetto al percepito di provider e manager del pharma. E, in particolare, il 40% dei medici ritiene che gran parte degli eventi potranno essere sostituiti in pieno dal digitale. Mentre manager e provider sono convinti che col post pandemia si tornerà al vecchio sistema in presenza "purché con tutte le garanzie di sicurezza". Coinvolte dalle nuove modalità sono state in particolare le società scientifiche che si sono dovute necessariamente adattare al nuovo corso.
 
Aspetti positivi, ma anche negativi, evidenziati dagli altri partecipanti al convegno digitale. Ad esempio, Franco Vimercati, Presidente FISM, ha sottolineato, soprattutto, il problema della mancanza fisica e del confronto: "Era un modo valido per scambiarsi le corrette informazioni cosa che il digitale non consente. Parlare ad un Congresso è ben altra cosa, c’è un momento di confronto che è indispensabile, come tra l’altro dimostra la polemica sulla scuola".
 
"Un problema anche per l’industria" precisa Fernanda Gellona, Direttore Generale di Confindustria Dispositivi Medici: "abbiamo avuto difficoltà nel presentare i nostri prodotti ai medici. Non poter fare dimostrazioni pratiche è stato un grave danno per noi e per gli specialisti, meno per i medici di famiglia". Nonostante ciò, per Gellona "sarà difficile tornare indietro. Ci saranno ancora eventi in presenza ma saranno di meno e concentrati sul contatto diretto tra i dispositivi medici e i fruitori".
 
Cambiando l’approccio con i canali formativi, cambia inevitabilmente anche la comunicazione per Annamaria Colao, Presidente SIE: "I congressi servivano anche per migliorare le relazioni, per avviare nuove cordate scientificheLa pandemia ci ha costretti, invece, a stare nelle nostre sedi senza poterci confrontare. Online è giocoforza preferire incontri di breve durata. Dal vivo sarebbe senza dubbio diverso", conclude Colao.

Sergio Moscati AD di Concerto società provider, invece, parlando della sua esperienza dall’altra sponda, ovvero da organizzatore, vede il bicchiere mezzo pieno: "Abbiamo ovviamente dovuto cambiare il nostro modo di organizzare riprogrammando i corsi, rimodulando le risorse interne, facendo formazione, aggiornando hardware e software nonché le linee telefoniche, ma la sfida più grande è stata trovare nuovi format di tipo televisivo, più accattivanti".

Per Federico Chinni AD di Ucb Pharma, il ritmo e le slide di passaggio degli strumenti digitali sono molto utili per ingaggiare una platea che altrimenti si distrarrebbe con facilità: "La presenza fisica non è sostituibile, ma alcune piattaforme offrono molte opportunità d’interazione più concreta". Inoltre, secondo Chinni, la diffusione contenuti registrati come podcast è in grado di facilitarne la fruizione in diversi contesti e momenti.

Ma c'è chi vede l'empatia come un elemento caratterizzante del rapporto tra formatore e discente e  pensa che di essa proprio non se ne può fare a meno, come Luigi Pasquale Presidente SIED: "cosa che il mondo del digitale non consente lasciando un vuoto".

Ed infine, la razionalità di Salvatore Ruggiero, CEO Merqurio, che accenna all’equilibrio e alla ricerca di esso, parlando di un equilibrio "nuovo, ma instabile" tra i due mondi con "le nuove tecnologie che non soppiantano quella precedente. Il vantaggio sta nella maggiore diffusione: un evento locale può essere messo in rete in tempo reale e arrivare dappertutto, mettendo in contatto colleghi internazionali".

 

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