Ancora oggi, nel marketing farmaceutico, non vi è nessuno che non adotta il termine mercato per indicare l’indistinta pletora di prescrittori, o di pazienti, o di clienti. Ancora oggi la maggior parte dei marketer ritiene evoluto usare il termine customer per descrivere il medico o il paziente di volta in volta. Ancora oggi i prodotti sono lanciati sul mercato.
Sul mercato si lanciano i prodotti perché il customer li compri o li prescriva? No, no, no. No. Nel seguito mi potrei riferire di volta in volta sia alla azienda stessa, sia ad un prodotto da prescrizione, sia ad un integratore o un OTC e dove occorre lo puntualizzo, anche se il concetto vorrei che fosse applicato più in generale.
Mercato è la rappresentazione di una indistinta massa anonima (o subset di essa, ma pur sempre massa) che consuma, al contrario noi proponiamo e ci rivolgiamo a gruppi di clienti-cittadini-utenti-pazienti (persone) che hanno un volto ed un bisogno.
Se iniziamo a rivedere e rifiutare il termine stesso di mercato, allora possiamo meglio parlare di insieme di pazienti-persone che hanno bisogni simili, e questo in altri mercati, è generalmente molto più difficile da individuare e definire. Un produttore artigianale di vino o una multinazionale nell’alimentare probabilmente stanno focalizzando la propria attenzione e presentando i propri prodotti ad un segmento di mercato analogo ma con bisogni diversi. Ma noi siamo sicuri si possa parlare di segmenti di mercato nel farmaceutico allo stesso modo o, probabilmente dobbiamo andare più a fondo? Ovvero considerate persone che hanno bisogni diversi?
Customer pertanto è improprio nel farmaceutico. Viene definito "consumatore" l’ultimo anello della catena del valore, quello per cui tutto è fatto, dove tutto finisce, quello che è l’oggetto del nostro prodotto e che il nostro prodotto usa fino a consumarlo. Certo, le intuizioni di Porter per tanti aspetti sono ancora attuali, ma direi che il concetto di catena del valore vada un tantino rivisto oggi, e certamente nel farmaceutico.
I termini che ho citato nel marketing contemporaneo sono quasi spariti o sono stati rivisti completamente anche nell’uso e nel significato. Nelle nuove definizioni del marketing, vi faccio sommessamente notare, che il termine customer non compare più, perché usarlo noi, proprio nel farmaceutico? Inoltre, teniamo conto del fatto che molti clienti che acquistano un prodotto non lo fanno su univoche scelte personali (per esempio, il responsabile acquisti o il direttore della farmacia ospedaliera) o, ad esempio, lo acquistano per la propria impresa per farne profitto (distributori e farmacie, tra gli altri). Esistono, inoltre, quelli che prendono decisioni per acquisti che altri dovranno fare (medici e specialisti). Esistono, infine, situazioni in cui chi consuma non ha preso alcuna decisione (il paziente in ospedale, anziani, bambini, animali). In questo "network" vedete ancora un singolo mercato ed un singolo consumatore?
In Merqurio da tempo vediamo il mondo delle relazioni come predominante rispetto al ruolo del singolo interlocutore. Ci siamo inventati un modo di esprimere questo concetto utilizzando i poligoni. In sintesi (affronteremo questo tema in altro articolo) le figure con cui ci relazioniamo per raccontare ed ascoltare possono essere individuate in categorie-tipologie, che hanno tra di loro relazioni multiple. Disegnandole verrà fuori un poligono che è la rete tra persone che hanno importanza nella nostra promozione e la loro inter-relazione. In un mondo complesso, anzi caotico (ma anche su questo ci torniamo in un prossimo articolo), non è possibile semplificare senza far perdere di significato l'intero processo promozionale.
Non siamo consumatori di farmaci e non siamo un mercato e non dovete lanciarci i prodotti. Siamo persone prima che pazienti e abbiamo bisogni e aspirazioni e vogliamo essere ascoltati.
Se desideri confrontarti con me sono a tua disposizione per un meeting privato.
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