Il Bitcoin, la moneta virtuale che sta cambiando il mondo
È stata inventata nel 2009, ma comincia a destare preoccupazione solo adesso: si tratta del bitcoin, la valuta virtuale che non è soggetta al controllo delle banche, e che può essere creata e usata da chiunque.
Il Bitcoin, la moneta virtuale che sta cambiando il mondo
Il fautore di quest'incredibile invenzione è una persona rimasta anonima di cui si conosce solo lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
Questa moneta elettronica dal valore fluttuante può essere utilizzata per acquistare oggetti reali, anche se ciò avviene ancora raramente a causa del suo elevato valore. Per tale motivo è molto più comunemente utilizzata come forma di risparmio, o per gli acquisti di merce illegale (come droga o armi), in cui viene utilizzata per la sua natura ancora poco regolamentata.
In base ai tassi di cambio aggiornati al 10 Novembre 2017, 1 bitcoin equivale a 6.117,43 euro.
Ad oggi sono in forte crescita i punti vendita disposti ad accettarla (soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti), e i conservatori che l'acquistano per venderla in cambio di denaro corrente.
La creazione e lo scambio di bitcoin avviene tramite il protocollo peer-to-peer: ciascuna moneta è riconducibile al soggetto proprietario, che fa parte di un network. Gli elementi fondamentali per usufruire di questa valuta e per comprenderne il funzionamento sono:
#il bitcoin address
L'address equivale a un codice univoco attribuibile a un bitcoin, generabile n volte (secondo una buona pratica, ciascuna transazione che riguarda quella specifica unità di bitcoin viene tracciata da un address, che ne identifica il percorso. Se, ad esempio, ricevo un bitcoin per un prodotto venduto, e riutilizzo lo stesso bitcoin per acquistare un altro servizio, queste due operazioni - vendita del prodotto e acquisto del servizio - saranno identificate da due address diversi).
# il wallet
È un portafogli virtuale di cui ogni persona è dotata, e al cui interno possono essere inseriti tutti i bitcoin address generati.
È possibile tracciare i percorsi di tutti i bitcoin, nonostante persista l'anonimato del proprietario (visibile sono in caso di transazione).
Al di là delle caratteristiche e della diffusione che sta caratterizzando questo fenomeno, è indubbio l'effetto sismico che ha causato nelle più istituzionalizzati meccanismi finanziari. Come ogni innovazione disruptive che si rispetti, anche questa della moneta virtuale ha dei sostenitori che ne evidenziano i lati positivi, e degli oppositori che fanno il contrario.
Ciò di cui si discute in ultimo (come ordine temporale e non di importanza), è il grande impatto in termini di sostenibilità che la valuta virtuale determinerebbe con la sua diffusione.
Una gestione digitalizzata della moneta su scala globale sarebbe - secondo il Financial Times - una vanificazione degli accordi e degli sforzi volti a ridurre le emissioni inquinanti e il consumo di energia.
Alcuni studi riportano, infatti, che ogni singola transazione con bitcoin richieda 215 kilowattora di elettricità per essere processata: a questi valori corrisponderebbe il consumo di una famiglia media in una settimana.
Oltre ai problemi di matrice ambientale, anche quelli di natura finanziaria e sociale cominciano a destare serie preoccupazioni: la rivoluzione digitale nel settore finanziario non può più essere vista come fantascienza.
Basta pensare che il governo giapponese ha già scelto di considerare legittimi gli scambi in bitcoin sulle piattaforme finanziare, per capire che la fantascienza non è un'invenzione: la vera scoperta è che la fantascienza non esiste. Si chiama attualità.